Sonnet 52 – William Shakespeare

Blessed are thou,

Whose worthiness gives scope:

Being had, to triumph,

Being lacked, to hope.

Sembravo un turista.

Attorno a me ampi spazi colorati delle mille tonalità dell’estate da un sole che in quest’ultimo mese non avevo mai guardato così.

Sembravo un turista, davvero.
Col mio trolley e lo zainetto in spalla, come quasi chiunque altro attorno a me; e, per alcuni attimi, credo di essermi davvero sentito tale: turista, visitatore, spettatore della maestosità e della storia di una città che ancora, però, non sento mia – e, tutto sommato, spero di non sentirla mai mia abbastanza da trovarla vuota, scontata, già vista…

Suddendly, durante il mio ritorno al buio, alle tenebre, mi sono reso conto di essermi concesso quello che forse è stato il mio più bel sightseeing degli ultimi tempi, per quanto sia durato il tempo di un attimo, di una luce rossa al semaforo… e poi, via!, lungo l’onda verde, tra gallerie, tornanti, rotatorie e sensi unici, lasciandomi alle spalle la città eterna; ancora eterna. Per me di sicuro ancora per molto.

serve l’inverno.

cosa può esserci di meglio?

aiuta a riflettere, l’inverno; non c’è dubbio.

dicembre, gennaio, febbraio… ah, quante cose dovrebbero accadere solo in questi mesi; quanti sentimenti farebbero bene a risvegliarsi o assopirsi proprio in questo breve lasso di freddo e pungente tempo.

Se non altro il freddo potrebbe fornire il pretesto per indossare un caldo maglione e lasciarsi avvolgere dal suo teporoso abbraccio, per sfoggiare un po’ di egoismo, dedicandosi un po’ a se stessi e al proprio raffreddore, magari sorseggiando cioccolata calda davanti al caminetto, proprio come nei film anni ’90…

Ebbene sì, decisamente serve l’inverno e, per fortuna, le giornate si susseguono proprio in quella direzione, lasciando che le anatre migrino a sud, che gli scolaretti si allontanino per un po’ dai banchi di scuola, che Babbo Natale prepari la sua slitta, che le vetrine s’illuminino e che un po’ tutti i cuori siano felici, o almeno un po’ più lieti.

Non sono uno scostumato, sono uno scostumatore.

(A.Posa)